L'amministrazione dei KL e l'economia dello sterminio.

Nel 1940, nel momento della massima espansione del sistema concentrazionario tedesco, la gestione dei Konzentrationslager e dei Vernichtungslager viene centralizzata e unificata con la creazione dapprima del HHB (Hauptamt Haushalt und Bauten, “Ufficio centrale costruzioni e bilancio”), poi, a partire dal febbraio 1942, del WVHA (Wirtschafts- Verwaltungshauptamt, “Ufficio centrale economico-amministrativo”) delle SS, entrambi diretti dall'Obergruppenführer Oswald Pohl, che progressivamente assume il pieno controllo organizzativo dei campi. Il WVHA contribuisce in misura determinante a trasformare il sistema concentrazionario in una impresa economica, oltre che in un sistema di detenzione e di annientamento dei nemici della Germania nazista. Come ha scritto lo storico Raul Hilberg, a partire da questo momento (marzo 1942)

Lo sfruttamento della manodopera internata [...] divenne la ragione stessa dell'esistenza dei campi. Questo fattore fu la causa, riguardo alle operazioni dei centri di sterminio, di un dilemma [...]: bisognava scegliere tra la necessità di manodopera e la “soluzione finale” [Hilberg (1987), p. 946].

Come dimostrano le cifre finali relative al genocidio degli Ebrei d'Europa, questa scelta venne fatta soltanto sporadicamente. In linea di principio, lo sterminio ebbe la precedenza sullo sfruttamento della manodopera, con la sola eccezione del campo di Auschwitz, nel quale, tuttavia, la proporzione tra prigionieri destinati al lavoro coatto e prigionieri uccisi nelle camere a gas fu di 160 : 1000 (160.000 prigionieri più o meno stabili contro 1.000.000 di prigionieri sterminati con il gas). In effetti, la crescita esponenziale del numero complessivo dei detenuti nei KL dopo il 1939 è la testimonianza più evidente della crescente importanza economica dei campi. Secondo le cifre fornite da Raul Hilberg (op. cit., p. 946), la situazione del sistema concentrazionario si modificò nel modo seguente:

DATA NUMERO DEI DETENUTI *
   settembre 1939                               21.400
   19 aprile 1943                             160.000
   1 agosto 1944                             524.286
* Queste cifre, ovviamente, non includono i prigionieri inviati nei Vernichtungslager, i quali non venivano registrati, ma uccisi poche ore dopo il loro arrivo nel KL.

Tuttavia, i prigionieri registrati (quindi relativamente stabili) ammontavano nel 1945 a meno di un quinto dei prigionieri sterminati (cfr. la tabella riassuntiva sui campi di sterminio in questa pagina).
Il WVHA delle SS traeva utili economici anche dalla semplice soppressione degli Ebrei. Tutti gli oggetti personali dei deportati venivano confiscati al loro arrivo, venivano inventariati e immagazzinati, in attesa di essere riutilizzati o trasformati in denaro contante.
Il meccanismo di ripartizione del bottino era organizzato nel modo seguente:

TIPOLOGIA DEI BENI DESTINAZIONE
denaro liquido in banconote di valuta tedesca (Reichsmark); versato sul conto corrente del WVHA presso la Reichsbank (Banca centrale tedesca);
valuta straniera, metalli rari, gioielli, pietre preziose e semipreziose, perle, denti e protesi dentarie d'oro, oro in scaglie inviati all'Ufficio centrale del WVHA e da quest'ultimo depositati presso la Reichsbank;
orologi da polso, altri tipi di orologi, penne stilografiche, penne a mina, rasoi, coltelli da tasca, forbici, lampade a pila, scarpe, portafogli e portamonete spediti nei laboratori di riparazione del WVHA e poi distribuiti agli spacci militari per essere venduti ai soldati tedeschi;
biancheria e abiti da uomo inviati presso la Volksdeutsche Mittelstelle (VOMI), organizzazione pubblica di aiuto per i Tedeschi etnici (Volksdeutsche) e da questa distribuiti gratuitamente;
biancheria e abiti femminili venduti alla VOMI, tranne la biancheria (da uomo e da donna) in seta, inviata direttamente al Ministero dell'Economia;
piumini da letto, trapunte, coperte, ombrelli, carrozzine, borsette, cinture di pelle, borse per la spesa, occhiali da sole, specchi, valige e stoffe consegnati alla VOMI, che li avrebbe pagati in un secondo tempo;
biancheria da casa (lenzuola, cuscini, asciugamani, tovaglie, ecc.) venduti alla VOMI;
occhiali e lenti da vista consegnati al Referat (unità amministrativa) medico D-III del Ministero degli Interni;
pellicce pregiate inviate al WVHA
pellicce non pregiate inviate al KL di Ravensbrück (Germania settentrionale), dove sarebbero state utilizzate nel laboratorio del vestiario delle SS;
articoli di scarso valore e inutilizzabili inviati al Ministero dell'Economia e rivenduti a peso;
capelli umani (la raccolta venne ordinata il 6 agosto 1942) utilizzati per confezionare calzature in feltro per il personale dei sommergibili e gli impiegati delle Ferrovie tedesche.

Ci si può fare un'idea dell'entità del bottino sottratto agli Ebrei considerando la seguente tabella, desunta da un rapporto inviato da Pohl al Ministero dell'Economia il 6 febbraio 1943, nella quale sono indicate le quantità di merci consegnate sino a quella data:

CONSEGNATI AL Volksdeutsche Mittelstelle (VOMI):
CATEGORIE MERCEOLOGICHE VAGONI MERCI CONSEGNATI
abiti maschili
abiti femminili
abiti da bambini
biancheria e altri generi
211
CONSEGNATI AL MINISTERO DELL'ECONOMIA:
abiti maschili
abiti femminili
biancheria da donna in seta
34
stracci 400
piumini 130
cappelli da donna (3 tonnellate) 1
varie 5
TOTALE 781


Malgrado questo inventario e queste cifre impressionanti, Raul Hilberg, facendo un bilancio complessivo dello sterminio degli Ebrei, è giunto alla conclusione che non si trattò di una operazione economicamente vantaggiosa. Come dimostra la tabella analitica presentata sotto, man mano che il genocidio progrediva, i guadagni tendevano a diminuire e le spese tendevano ad aumentare.

BILANCIO ECONOMICO DEL GENOCIDIO DEGLI EBREI D'EUROPA.
FASE PRELIMINARE
TIPOLOGIA DI RICEVUTE,
GUADAGNI E RISPARMI
ENTITÀ DELLE ENTRATE TIPOLOGIA DELLE SPESE
E DELLE PERDITE
ENTITÀ DELLE PERDITE
benefici netti dell'industria ricavati dall'acquisto e dalla liquidazione delle imprese di proprietà di Ebrei: da un quarto a circa metà del valore complessivo dei beni industriali e commerciali di Germania, Austria, Boemia e Moravia alcuni miliardi di Reichsmark perdita di mercati esteri a causa delle resistenze e dei boicottaggi messi in atto dai compratori nei Paesi stranieri verso le merci tedesche
tassa sui profitti derivanti dall'acquisto di imprese di proprietà di Ebrei 49 milioni di Reichsmark
tassa sull'espatrio degli Ebrei tedeschi e austriaci 900 milioni di Reichsmark perdita di tecnici e scienziati a causa dell'emigrazione
tassa sul possesso di beni da parte di Ebrei 1.127 milioni di Reichsmark
diminuzione dei salari degli Ebrei, imposta sui redditi degli Ebrei e altre economie salariali diverse decine di milioni di Reichsmark
riscossioni effettuate nei ghetti per l'amministrazione tedesca e l'edificazione dei muri spese dirette per il personale e spese generali per le opere di chiusura dei ghetti
BILANCIO ECONOMICO DEL GENOCIDIO DEGLI EBREI D'EUROPA.
FASE DI STERMINIO
TIPOLOGIA DI RICEVUTE, GUADAGNI E RISPARMI ENTITÀ DELLE ENTRATE TIPOLOGIA DELLE SPESE E DELLE PERDITE ENTITÀ DELLE PERDITE
Confische ai termini della 11ª ordinanza (esclusi titoli e obbligazioni) 186 milioni di Reichsmark spese dirette per il personale e spese generali, trasporti, installazioni dei campi alcune centinaia di milioni di Reichsmark
confische nei territori occupati perdite causate da affitti non pagati e altri debiti degli Ebrei
riscossioni effettuate nelle comunità ebraiche dalla Gestapo per i trasporti diminuzione della manodopera
guadagno derivante dallo spazio abitativo da affittare fattura eccezionale per radere al suolo il ghetto di Varsavia 150 milioni di Reichsmark


Se nella fase preliminare del genocidio i profitti derivanti dalla politica antisemita compensavano ampiamente le spese, nel momento in cui lo sterminio avvenne la situazione si era rovesciata. Ciò dipende dal fatto che le confische più rilevanti erano già avvenute nella fase preliminare (1935-1939), mentre nei territori orientali occupati dopo il 1939, soprattutto in Polonia e in URSS, gli Ebrei erano in grande maggioranza poveri. Nei Paesi alleati (Romania, Ungheria, Bulgaria, ecc.), infine, i rispettivi regimi rivendicavano i beni che gli Ebrei erano stati costretti ad abbandonare su quei territori.




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