Domenica 1 settembre 1939: ![]() L'esercito tedesco (Wehrmacht) attraversa la frontiera polacca, dando inizio alla guerra.
A questa data, l'amministrazione delle SS ha già pianificato il proprio intervento al seguito delle forze armate regolari. Il loro invio in Polonia, in effetti, non è dettata da motivi contingenti, né improvvisati: la guerra è anche una guerra ideologica e razziale, come attesta questa fotografia:
Sulla fiancata del treno che trasporterà le truppe verso il fronte, tra due caricature antisemite, la scritta recita: «Andiamo in Polonia per prendere gli ebrei a calci nel sedere». Il 17 settembre 1939 nel Governatorato generale viene ordinata la confisca degli ebrei "assenti dal loro domicilio"; il 15 novembre dello stesso anno venne nominato un "fidecommissario" incaricato dell'"arianizzazione" delle industrie ebraiche: le imprese più importanti vengono rilevate dallo Stato, l'esercito confisca i depositi di merci, le medie e piccole imprese vengono cedute a prezzi irrisori a tedeschi, soprattutto a Volksdeutsche polacchi o boemi. Nei primi dieci mesi di occupazione, i beni e le proprietà degli ebrei vengono sistematicamente saccheggiate dalle SS. In un rapporto del generale Blaskovitz, della Wehrmacht, si legge: Tutte le perquisizioni della polizia e le confische sono accompagnate da furti e saccheggi da parte dei poliziotti incaricati delle operazioni. È noto a tutti che merci di ogni genere vengono distribuite e vendute dai distaccamenti della polizia e delle SS [...]. [Citato in Poliakov (1951), p. 101]. |
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