Domenica 1 settembre 1939:

L'esercito tedesco (Wehrmacht) attraversa la frontiera polacca, dando inizio alla guerra.

A questa data, l'amministrazione delle SS ha già pianificato il proprio intervento al seguito delle forze armate regolari.
Nell'agosto del 1938, con un'ordinanza segreta di Hitler, le Waffen-SS ("SS combattenti") vengono subordinate direttamente alla sua stessa persona «per particolari compiti di polizia politica interna del comandante supremo delle SS e capo della polizia tedesca (cioè dello stesso Hitler) [...] o per l'impiego mobile nell'ambito dell'esercito» [citato in Bracher (1973), p. 554].
In effetti, nella guerra polacca sia le Waffen-SS che le SS-Totenkopf hanno avuto, dal punto di vista militare, un ruolo marginale: qualche unità ha combattuto inquadrata nella Wehrmacht, ma sino al 1941 non avrebbero rappresentato una vera e propria forza armata in grado di sostenere combattimenti (come invece accade a partire da quella data e sino agli ultimi giorni di guerra).
Le SS sono invece molto attive, nella prima fase dell'invasione della Polonia, sul fronte interno, laddove è necessario tradurre in pratica le decisioni in materia di politica razziale.

Il loro invio in Polonia, in effetti, non è dettata da motivi contingenti, né improvvisati: la guerra è anche una guerra ideologica e razziale, come attesta questa fotografia:

Sulla fiancata del treno che trasporterà le truppe verso il fronte, tra due caricature antisemite, la scritta recita: «Andiamo in Polonia per prendere gli ebrei a calci nel sedere».

Il 17 settembre 1939 nel Governatorato generale viene ordinata la confisca degli ebrei "assenti dal loro domicilio"; il 15 novembre dello stesso anno venne nominato un "fidecommissario" incaricato dell'"arianizzazione" delle industrie ebraiche: le imprese più importanti vengono rilevate dallo Stato, l'esercito confisca i depositi di merci, le medie e piccole imprese vengono cedute a prezzi irrisori a tedeschi, soprattutto a Volksdeutsche polacchi o boemi. Nei primi dieci mesi di occupazione, i beni e le proprietà degli ebrei vengono sistematicamente saccheggiate dalle SS. In un rapporto del generale Blaskovitz, della Wehrmacht, si legge:

Tutte le perquisizioni della polizia e le confische sono accompagnate da furti e saccheggi da parte dei poliziotti incaricati delle operazioni. È noto a tutti che merci di ogni genere vengono distribuite e vendute dai distaccamenti della polizia e delle SS [...]. [Citato in Poliakov (1951), p. 101].



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