1940:
Prigionieri ebrei impiegati nella costruzione di un Lager.
Dopo l'istituzione del "servizio obbligatorio del lavoro" per gli ebrei (1940), i tedeschi rinchiusero "legalmente" centinaia di migliaia di civili nei campi di concentramento dislocati in Polonia e in Germania. Abitualmente, i lavori di adattamento di impianti preesistenti (per quanto riguarda Auschwitz il complesso originario era una vecchia caserma) venivano fatti eseguire ai prigionieri, che, malnutriti, privi di assistenza medica e spesso sottoposti a maltrattamenti e violenze da parte dei carcerieri, deperivano rapidamente. A partire dal 1941, nei pressi di alcuni dei maggiori campi di concentramento (Auschwitz era il principale di questi) vennero costruite anche fabbriche delle maggiori aziende tedesche impegnate nella produzione militare. Le aziende "affittavano" la mano d'opera dei detenuti, a bassissimo costo, pagando l'"affitto" all'amministrazione delle SS, che in tal modo riusciva a ricavare anche un utile economico dalle proprie vittime. Periodicamente, nel campo di Auschwitz venivano effettuate le "selezioni", durante le quali venivano scelti i prigionieri malati o troppo deboli (e quindi inabili al lavoro), che venivano avviati alle camere a gas. Se si escludono i criminali comuni, che per la loro ferocia erano generalmente utilizzati come responsabili delle baracche (kapos) e godevano di privilegi assolutamente eccezionali nei Lager, e i prigionieri politici tedeschi, spesso utilizzati come impiegati negli uffici amministrativi, la vita media dei prigionieri Ebrei (e spesso non-Ebrei) detenuti nei campi di concentramento tedeschi non superava la durata di un anno.
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