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agosto 1998

Manifesto contro l'immigrazione.

I 5 personaggi sono accompagnati dalle seguenti didascalie (l'autore declina ogni responsabilità rispetto al loro contenuto):

  • «Vu' ciulà?» (donna africana in alto a sinistra : stereotipo della prostituta extracomunitaria)
  • «Vu' cumprà?» (uomo africano : stereotipo del venditore ambulante di chincaglieria)
  • «Vu' sballà?» (giovane slavo? : stereotipo dello spacciatore di droga)
  • «Vu' lavà?» (arabo : sterotipo del lavatore di vetri ai semafori)
  • «Vu' stuprà?» (arabo? : stereotipo dello stupratore)

Si noti come la rappresentazione caricaturale degli stereotipi tenda a enfatizzare le presunte caratteristiche "etniche" dei "soggetti" (le scarpe con la punta rivolta verso l'alto del lavavetri arabo, l'abito tradizionale dell'africano, ecc.). L'idea che si vuole suggerire e che gli stranieri operino una sorta di colonizzazione culturale del Paese di destinazione. In realtà, nessuno è meno tipicamente portatore della sua cultura d'origine di un immigrato: l'idea stessa di emigrare comporta una rinuncia almeno momentanea al radicamento culturale e una generica disponibilità all'integrazione in una cultura estranea.

Si noti, infine, l'enfatizzazione del tutto surreale del presunto problema: "ARRIVANO A MILIONI" [secondo i dati incrociati del Ministero degli Interni e delle organizzazioni assistenziali, il numero complessivo degli stranieri presenti in Italia, immigrati clandestini inclusi, si aggirerebbe intorno alla cifra di 2 milioni - 2 milioni e mezzo (1,7% della popolazione italiana)].


La stampa "normale":

Il carattere esplicitamente razzista del manifesto politico che precede non stupisce se confrontato con gli stereotipi veicolati dalla stampa cosiddetta "indipendente", di cui viene fornita di seguito una piccola documentazione.

Le vignette, che vengono utilizzate per illustrare servizi giornalistici "seri", sono piuttosto eloquenti e tendono a produrre opinioni stereotipate. Da sinistra a destra:

  • L'"uomo nero" [da "La Repubblica"]
  • il "mafioso" (albanese?) [da "Il Corriere della Sera"]
  • la "mummy" di colore [da "La Stampa"]