L'incendio del Reichstag.

 


L'incendio del Reichstag (l'edificio del Parlamento), a Berlino, avvenuto il 27 febbraio 1933, è stata la provocazione politica che ha legittimato, agli occhi dell'opinione pubblica tedesca, il passaggio dalla democrazia alla dittatura del NSDAP.
La notte stessa dell'incendio, che diede inizio ad una massiccia ondata di arresti che colpì soprattutto oppositori politici (socialdemocratici e comunisti), ma anche ebrei, venne arrestato, a poca distanza dal Reichstag, Marinus Van der Lubbe, un giovane comunista piromane di origine olandese.
L'arresto di Van der Lubbe venne seguito, pochi giorni dopo, dall'arresto di Georgy Dimitrov - leader comunista bulgaro in esilio e importante esponente del Comintern - e di due suoi collaboratori, Popov e Tanev. I quattro vennero processati per direttissima a Lipsia: Van der Lubbe venne riconosciuto colpevole e decapitato; gli altri tre vennero assolti.

Nel dopoguerra, l'episodio dell'incendio del Reichstag sarebbe stato ricostruito da William L. Shirer, all'epoca corrispondente di una grande agenzia di stampa statunitense in Germania, nel seguente modo:

«Dal palazzo del Presidente del Reichstag, che allora era Göring, un passaggio sotterraneo, costruito per le condutture del riscaldamento centrale, portava all'edificio del Reichstag. Attraverso questa galleria, Karl Ernst, ex inserviente d'albergo divenuto capo delle SA di Berlino, la notte del 27 febbraio aveva guidato un piccolo reparto di uomini dei reparti d'assalto nel Reichstag, dove essi sparsero benzina e sostanze chimiche autocomburenti, tornando poi rapidamente nel palazzo da cui erano venuti. Nello stesso tempo, un comunista olandese semideficiente che aveva una mania per gli incendi, Marinus Van der Lubbe, era penetrato nel gigantesco edificio, da lui non conosciuto e immerso nell'oscurità; per conto suo aveva appiccato qua e là qualche fuoco. Per i nazisti, questo piromane semideficiente sembrò inviato dal cielo. Era stato fermato dalle SA un paio di giorni prima, essendo stato sorpreso mentre si vantava in un bar di aver tentato di dar fuoco a diversi edifici pubblici e diceva che prossimamente avrebbe tentato di incendiare il Reichstag. [W. Shirer (1959), pp. 300-301].

Durante i processi che si tennero a Norimberga nel 1945 contro i principali responsabili del regime nazista, la responsabilità dei nazisti nell'episodio dell'incendio del Reichstag venne definitivamente appurata: Hans Gisevius, che nel 1933 era funzionario al Ministero prussiano degli interni [carica anch'essa ricoperta da Göring, testimoniò che l'ideazione dell'incendio fu di Göring e di Goebbels e Rudolf Diels, ex capo della Gestapo, riferì in una dichiarazione giurata che lo stesso Göring aveva già qualche giorno prima dell'incendio approntato una lista di persone da arrestare subito dopo di esso. Il generale Franz Halder, infine, riferì che lo stesso Göring, durante un pranzo ufficiale, si era pubblicamente vantato di avere personalmente organizzato anche i particolari dell'incendio.

In effetti l'incendio del Reichstag rientrava nel quadro più generale della "strategia della tensione" ripetutamente utilizzata dai nazisti prima e dopo la conquista del potere: si trattava di creare il massimo disordine, spaventando e disorientando l'opinione pubblica, in modo tale da potersi presentare come integerrimi tutori dell'ordine.


British Movietone News

Il filmato visibile in questa pagina è un cinegiornale inglese, che riporta immagini e dichiarazioni politiche inerenti l'incendio del Reichstag. Esso testimonia molto bene, nella sua fredda "neutralità" cronachistica, l'efficacia della "strategia della tensione" nazista, che al momento apparve convincente anche ai giornalisti stranieri.


«Qui vedete il Reichstag, l'edificio del Parlamento a Berlino, che è stato seriamente danneggiato dalle fiamme. L'aula principale, nella quale i deputati tenevano i dibattiti, ha subito le maggiori conseguenze dell'esplosione; pertanto, dopo le elezioni ormai imminenti, il Parlamento dovrà trovare altrove una sede temporanea.
Le fiamme non hanno rispetto per nulla e così anche la poltrona del Presidente Hindenburg è stata distrutta.
Hitler, nuovo Cancelliere, ha dichiarato che l'incendio è stato provocato dai comunisti e aveva lo scopo di dare il segnale per una sollevazione bolscevica in tutto il Paese. Di conseguenza, in Germania è stata proclamata la legge marziale, ed è stato firmato un decreto che mira alla distruzione totale del comunismo.».

 



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